Federal Reserve Bank of New York, Dynamic Stochastic General Equilibrium (DSGE) model.
La tabella sottostante riassume le stime delle principali variabili macroeconomiche operata dal team di ricerca della banca: non si tratta di una opinione ufficiale della banca, ma del contributo del team di ricercatori al processo previsivo usato dalla banca stessa.
Il contributo del team non è l’unico argomento utilizzato nelle riunioni della banca per decidere la politica monetaria, ma rimane comunque uno dei contributi rilevanti.
Iniziamo a raccogliere le proiezioni pubblicate trimestralmente su una singola tabella, in modo da poterne osservare l’evoluzione nel tempo.
Anche in questo trimestre l’effetto degli spread di credito ridotti si traduce in condizioni di finanziamento favorevoli, parzialmente contrastate dalla modesta crescita della produttività.
Di conseguenza il modello continua a indicare una crescita economica contenuta per il prossimo futuro.
Il tasso di inflazione previsto torna a scendere, riportandosi sulle stime di febbraio.
Entrambe le previsioni di crescita del GDP e del tasso di inflazione (PCE Personal Consumption Expenditure) sono caratterizzate da elevata incertezza predittiva.
La stima del tasso di interesse reale naturale (tasso prevalente in assenza di rigidità e shock) è marginalmente inferiore alla indicazione di maggio. Il percorso proiettato nel tempo riflette il basso livello di inflazione attesa.
La tranquillità rispetto alle attese di inflazione ci aiuta a pensare ad un ambiente dei tassi di interesse potenzialmente meno perturbato di quanto appariva fino a tempi anche recenti, significando di conseguenza uno scenario ancora favorevole agli investimenti azionari (escluso l’impatto di variabili esogene).
Questa conclusione collima con quelle che abbiamo raccolto presso altri analisti, i quali aggiungono che, in un ambiente così descritto, anche un eventuale impeachment del presidente in USA non avrebbe il potenziale di interrompere gli effetti del tono prevalentemente positivo.