In maggio gli argomenti tatticamente rilevanti sono stati, principalmente, l’approssimarsi delle elezioni di mid term in USA e l’evoluzione del contesto politico italiano, entrambi capaci distrarre gli investitori dallo scenario fondamentale.
Diverse parti del portafoglio hanno contribuito al risultato del mese. Abbiamo mantenuto un’esposizione prudente ai mercati azionari, una duration negativa ed una posizione lunga sul dollaro. La diversificazione valutaria la presenza di una posizione corta sui tassi americani, assieme alla posizione lunga sul dollaro contro l’Euro, ha aiutato durante le fasi di tensione registrate nel mese, quando la posizione lunga in dollari ha coperto le perdite che nel periodo venivano generate dalla posizione corta sui Treasuries USA che, per la loro natura di beni rifugio, hanno attirato importanti flussi e, di conseguenza, in maggio i tassi USA sono scesi.
Nel mese abbiamo assunto due importanti posizioni di trading: una sul settore finanziario europeo, prima «lunga» e poi «corta», ed una «corta» sul debito pubblico italiano. Entrambe impostate tenendo presente sia i fondamentali sia la necessità di “coprire” il portafoglio da crescenti fattori di rischio.
Riteniamo importante l’operatività di tipo tattico, ma siamo convinti che un ruolo di assoluto rilievo nella nostra attività debba essere svolto dall’attività di «composizione» del rischio complessivo del portafoglio: a questa dedichiamo la massima attenzione per perseguire la ripetibilità dei risultati di gestione.
Nel prossimo futuro riteniamo che l’allargamento dello spread tra BTP e Bund possa parzialmente rientrare, ma non ai livelli di aprile: il rischio «Italia» è sensibilmente aumentato nelle valutazioni degli investitori internazionali.
L’Italia in questo mese ha rubato la scena alla “primadonna” dell’anno: saranno probabilmente gli USA la fonte di eventi folcloristici capaci di produrre disturbo sull’andamento dei mercati. Tendiamo a guardare alla volatilità indotta dal tema politico in Nord America più come un fenomeno di “noise” che di sostanza. Dunque poco utilizzabile ai fini di gestione.
Sotto questo profilo continuiamo a vedere un interessante sviluppo positivo per l’economia USA. L’economia Europea, superata l’incertezza italiana e l’aggiustamento spagnolo in corso, sembra godere ancora di un buon sostegno. Lo stesso si può dire per il Giappone.
Le scelte di politica commerciale dell’amministrazione USA per ora appaiono soprattutto negoziali, proposte in forma generale, globale, ma poi corrette e negoziate in forma bilaterale e a volte con ampie retromarce. Pensiamo che le dichiarazioni del presidente USA conservino ancora una apparenza di principio, siano capaci di creare titoli giornalistici interessanti, e funzionali alla preparazione di un ambiente elettorale a lui favorevole in vista delle elezioni di autunno, ma che non siano destinate a modificare in modo consistente e duraturo l’andamento dei mercati.