Sul fronte azionario il mese è stato caratterizzato dalla performance positiva dei principali mercati americani ed europei, e da un leggero recupero degli indici azionari dei paesi emergenti dove la forza della componente sudamericana è stata compensata dalla debolezza di quella asiatica, penalizzata dalle incertezze legate alle nuove politiche commerciali americane. In ambito obbligazionario si è registrata una fase di relativa tranquillità in Europa, dopo le tensioni di maggio e giugno, con spread generalmente in restringimento e tassi che nella parte finale del mese hanno intrapreso una direzione rialzista. Sul fronte valutario l’euro non ha registrato movimenti particolari nei confronti delle principali divise.
In questo scenario la nostra attività di gestione si è concentrata in prevalenza sulla componente azionaria del portafoglio. Abbiamo chiuso il mese di giugno con un’esposizione netta del 20%, che è stata significativamente incrementata nei primi giorni di luglio fino al 50% e per tutto il mese si è mantenuta tra il 50 ed il 60% (che rappresenta il limite massimo di esposizione azionaria del portafoglio modello). Abbiamo acquistato principalmente Nasdaq (12%), Dax (12%) ed SP500, Nikkei e Stoxx 600 Europe (15% in totale), nella convinzione che i risultati aziendali del secondo trimestre avrebbero sostenuto la performance degli indici USA, in particolare la componente tecnologica, ed avrebbero giustificato il recupero degli indici europei dopo i ribassi di giugno. A livello di singoli titoli abbiamo ragionato in termini di performance relativa, acquistando tioli nel settore bancario, assicurativo e dei consumi discrezionali che abbiamo contestualmente “coperto” vendendo i rispettivi futures settoriali, puntando sulla sovra performance settoriale delle nostre scelte sia in un mercato rialzista sia in caso di ribasso degli indici. Dopo avere chiuso la posizione “corta” sugli indici azionari emergenti, a fine giugno, in luglio siamo rimasti fuori da questo tema, in assenza di convinzioni sul fronte fondamentale.
In ambito obbligazionario abbiamo chiuso la posizione “corta” sul decennale italiano e mantenuto quella sul Treasury decennale americano, che abbiamo incrementato nella seconda parte del mese. Abbiamo mantenuto l’esposizione al debito subordinato bancario (4%) ed alle obbligazioni corporate investment grade a tasso variabile in USD (3%). Non stiamo investendo in obbligazioni emergenti, corporate IG ed HY a tasso fisso in quanto continuiamo a non reputarle interessanti sul fronte dei fondamentali. Con questa struttura dell’allocazione nel reddito fisso, e considerando che abbiamo incrementato la componente di obbligazioni governative a breve termine, la duration del portafoglio obbligazionario non “money market” si attesta a -4.4 anni e la duration complessiva del fondo a -2 anni.
In ambito valutario continuiamo a non coprire le posizioni in divisa diversa dall’euro: abbiamo portato l’esposizione al dollaro al 28%, e quella a sterlina e franco svizzero rispettivamente al 3,5% e 2,5%.
Iniziamo il mese di agosto con un approccio più cauto sul fronte azionario, riducendo l’esposizione netta al 44% prevalentemente attraverso una riduzione della componente europea, eliminando l’esposizione al DAX aperta nel mese di luglio. In un contesto fondamentale che resta positivo non escludiamo la possibilità di fasi di tensione sui mercati che rischiamo di essere amplificate dalla limitata liquidità tipica del mese di agosto.